PENSARE DIVINO, un blog che ruota intorno al mondo del vino, partendo dalla vite, passando per l' uva e arrivando al bicchiere in tavola.
Gli articoli vengo presi da lezioni/ricerche universitarie, esperienze personali ed info dal web.
Se siete interessati ad approfondimenti e argomenti che vi piacerebbe leggere sul blog chiedete pure, idee e richieste sono sempre ben accette!
rodolfo@cantaruttialfieri.it mi trovate qui!

lunedì 28 febbraio 2011

CRIOMACERAZIONE con azoto liquido

VINO CRIOMACERAZIONE AZOTO LIQUIDO 

Della criomacerazione ne avevo già parlato in un articolo precedente, nel quale spiegavo brevemente i metodi più comuni per efettuare questo tipo di lavorazione.
Dal 2005 l' Azienda Cantarutti (posso affermare con certezza che siamo stati i primi in italia) ha cominciato ad usare un sistema innovativo per la macerazione criogena, sfruttando il potere frigogeno dell' azoto liquido.
Come funzione il processo? Tutto si basa sulla capacità di questo elemento (che si trova in natura, nell' aria è presente al 78%) che reso liquido ha la capacità di raggiungere temperature sotto zero, estreme, circa -170°C.

Grazie all' ausilio di un tunnel industriale, studiato appositamente per funzionare con temperature interne molto basse, l' uva introdotta manulamente ancora integra (chicchi più raspo) vine bagnata/insuflata con azoto liuido, che gasifica istantaneamente al contatto con le bacche, privandola in questo modo di energia sotto forma di calore.

In questo modo è possibili abbattere le temperature della materia prima in tempi brevissimi (3 minuti circa), favorendo una maggior estrazione di aromi primari, e una maggiore freschezza nel prodotto finale.

Il vino che ne esce, è un vino molto complesso e diverso rispetto ai vini prodotti da uve macerate tradizinalmente, già dal primo periodo post fermentazione (6-12 mesi dopo la fermentazione) possiamo ritrovare del nostro vino dei profumi che ci ricordano tutti i profumi presenti in cantina durante la vendemmia (profumi dolci di mosto e frutta).
Nel lungo periodo i vini risultano essere molto longevi e mantengono facilmente le caratteristiche osservate prima, con profumi freschi e complessi un corpo grasso ma allo stesso tempo "croccante" supportato da acidità che lo rendono bevibilissimo, molto portato ad accostamenti forti.

VINO CRIOMACERAZIONE AZOTO LIQUIDO INNOVAZIONE

mercoledì 23 febbraio 2011

La giornata

E' da 2 settimane che stiamo lavorando per un rimpianto e finalmente con oggi tutte le movimentazioni di terra sono finite, tra ieri ed oggi sono stati messi giù dei drenaggi, è incredibile come l' acqua filtri dal sottosuolo e con una modesta pressione e portata, considerando il fatto che non è spianta da pompe ma sono dalla pressione del sottosuole. Mi è capitato di vedere fontanelle alte 30 centimetri, una cosa da non credere!

Uno dei due drenaggi l'ho fatto personalmente, non vi dico che lavorone, non tanto per il fatto di fare il buco e mettere il tubo, ma lavoravamo nel fango (non avevamo tempo di aspettare l' estate...era un lavoro che andava fatto).
Alla fine ci siamo riusciti, dovevamo finire per forza, e dopo una breve verifica del funzionamento dello scolo, finalemnte abbiamo finito tutti i movimenti di terra per quanto riguarda il nuovo appezamento, sicuri che non ci troveremo in futuro ad avere fango anche d' estate!

domenica 20 febbraio 2011

ANTEPRIMA ASSOLUTA

Oggi, per la prima volta abbiamo assaggiato direttamente dalla vasca, in anteprima il nostro Pinot Bianco, frutto dell' unione di 6 annate diverse, tutte passate in botti di legno e una in particolare in una botte da 500 litri di puro legno di ciliegio selvatico.

Un vino con molte sfaccettature tutte armonizzate al meglio, che donano profumi e corpo unici, frutto di anni d'esperienza, passione e pazienza. Il vino sarà imbottigliato a breve, 1-2 mesi e poi resterà in bottiglia per altri 3-4 al fine di ottenere un prodotto eqilibrato ed elegante.

rudy

venerdì 18 febbraio 2011

ACCOSTAMENTI IMPENSABILI

 RENI MARINATI BAROLO CHINATO VINO

Questa sera mi sono dilettato in cucina, ho preparato dei reni fritti, è stata la mi aprima esperienza.
Una cena davvero semplice, reni marinati in limone, olio, pepe e sale per 4-6 ore, poi impanati con pane grattato e uovo (per 2 volte) fritti e mangiati leggermente tiepidi.

Consiglio: io li ho inzuppati in senape, hanno una aroma davvero intenso!

Cosa bere con questo strano piatto, ovviamenti vino ma quale? Nella mia recente gita in Piemonte avevo comprato una bottiglia di barolo chinato, è stato un accostamento da libidine, il rene dolce e amaro col piccante della senape si sposava perfettamente con tutti gli aromi intensi e erborinati del barolo.

Esperienza davvero interessante.

rudy

giovedì 17 febbraio 2011

L' uva e il vino

CREDERE NEL PROPRIO VINO (il tempo)

Alcune aziende ormai stanno diventando troppo comerciale, probabilmente a discapito di un prodotto di qualità, ma del tutto onesto.
Personalmente quando dico che: credo nei miei vini, mi riferisco a tutta una corrente di pensieto che parte dalla vigna e finisce col calice di vini, ovvero curare una vigna trasformare l' uva e creare un prodotto che ti porti a delle soddisfazioni.
COSA CI VUOLE PER TUTTO CIò? tempo, mi spiego, tutti i grandi vini provengono da uve pregiate, ma se io non aspetto il giusto periodo di maturazione delle uve, il giusto tempo di macerazione/fermentazione, il giusto tempo di affinamento e il perfetto tempo di evoluzione del vino stesso, non posso aspettarmi grandi prodotti.
Il segreto è il tempo, e tutte le aziende che non sanno aver pazienza, personalmente non sono aziende che credono nel loro prodotto, non voglio dire che fanno vinaccio ma che semplicemente preferiscono bere tutto il vino, che lasciare un ricordo del loro prodotto. Se un' azienda propone annate giovani difficilmente si può permettere di avere in cantina annate vecchie, anche solo di 2-3 anni. Questo non è solo un svantaggio dal punto di vista qualitativo ma in questo modo un enologo aziendale non può permettersi di capire l' evoluzione del proprio vino nei 2-3 anni sucessivi la vendemmia

mercoledì 16 febbraio 2011

Crio Macerazione

 CRIO MACERAZIONE; VINO

La macerazione in se è una pratica molto diffusa, è utilizzata per estrarre dalle bucce dell' uva più sostanze nobili possibili (colore, antociani e tannini). Generalente le macerazioni sono fatte a caldo, cioè con temperatura superiori ai 10-12°C, questo metodo permette una buona estrazione, ma non sufficiente.

Cosa si fa allora? Si prende l' uva la si diraspa (il raspo apporata tannini dannosi all' aroma finale) e il pigiato, viene raffreddato mediante l' utilizzo o di fasci tubieri o di strutture tubo in tubo, in questo modo la temperatura del pigiato può scendere fino a 4-5°C e durante la fermentazione tutti gli aromi varietali e primari dell' uva penetrano nel vino, dando così vita ad un prodotto molto fruttato e con profumi davvero unici ed eleganti

Il passo sucessivo è quello della crio macerazione estrema, personalmente la eseguo con azoto liquido!!


rudy

lunedì 14 febbraio 2011

POTATURA SECCA (vigna)

Esistono molteplici sistemi di potatura secca del vigneto (esaminiamo per il momento solo la posizione del capo a frutto).
I principali tipi di allevamento sono: pergola, guyot, cordone speronato, archetto, sylvoz (quelli più usati)
Pergola: la vite viene allevata con sesti d' impianto molto larchi 3mt x 2mt (solitamente), in questo caso la pianta è molto rigogliosa, il sistema si basa sul legare il capo a frutto in modo che vada a coprire lo svazio tra i filari (a mo di tetto) ovviamente anche la ramificazione verde andrà sistemata, il metodo permette una buona esposizione al sole, ma sfrutta intensivamente la piante (da 800 ceppi/ettaro si ottengono 100-130 quintali d' uva).
Guyot: forma di allevamento molto usata in Friulia, permette sesti d' impianto fitti che vanno dai 4000 ai 7000 ceppi/ettaro, il capo a frutto nuovo va legato orizzontalmente sul filo di corda, nel caso di doppio guyot le gemme per vite arrivano fino a 20, ma generalemnte su guyot semplice le gemme sono 6-10
Cordone speronato: è molto simili a guyot, ma in questo caso la ramificazione orizzontale è permanente, da   questa ogni anno vengono fatti partire (in senso verticale) nuovi punti vegetativi, gli speroni, formati da 1-2 gemme per un numero di speroni che va  da 4,a 10 per il doppio cordone.
Archetto: si pota nello stesso modo del guyot, ma questa volta il capo a frutto viene inarcato verso il basso, favorendo l' acrotonia della vite (permette uno sviluppo maggiore delle gemme basali e finali) molto usato su varietà come il Merlot.
Sylvoz: per quanto riguarda la struttura del tronco è uguale al cordone speronato ma questa volta dal cordone stesso non partono speroni ma capi a frutto piegati verso il basso (è un incrocio tra cordone e archetto) molto usata in terreni fertili e con viti molto rigogliose, si arriva anche a carichi di 10 gemme per ogni capo a frutto piegato (solitamente 4), lo possiamo trovare su Prosecco.

Di tutti questi metodi, ho spegato solo il monolaterale, ma esistona anche le versioni doppie.

rudy

la meccanica impiantistica

Materia insegnata agli studenti di viticultura ed enologia, al secondo anno di università.
E' una materia davvero interessante, che se fatta bene permette di calcolarsi autonomamente tutti gli impianti necessari alla produzione di vino, ad esempio ora sto ripassando sugli appunti, e studiare il dimensionamento delle piastre interne alle vasche è una cosa utile dal punto di vista formativo, che da quello pratico.
Sapere che un mosto in fermentazione se non refrigerato sviluppa temperature di 30 °C (oltre la temperatura ambiente) è davvero afascinate, e ti porta a fare dei ragionamenti pratici che altrimenti non avresti mai fatto.
C'è la possibilità di rispondere a molte domande legate all' enologia, ad esempio: perchè l' altezza massima a cui posso risucchiare dell' acqua (dal livello del mare) è di soli 10.33 m? Ora so la risposta!

giovedì 10 febbraio 2011

L' italia

L' Italia è un bel paese, visto con gl' occhi di un turista!!
Personalemnte è un paese davvero "stupido" mi spiego, non voglio mancare di rispetto nessuno, ma è mai possibile che nelle aziende ci siono più addetti alla burocrazia che alla produzione.
Oggi ad esempio ho scoperto, a mio malgrado, che per aprire una pagina di e-commerce sul sito dell' azienda agricola, devo essere registrato come commerciale/industriale alla camera di commerciao.
Ma io mi chiedo se posso vendere il vino in azienda, mi sembra il minimo aver la possibilità di poterlo fare anche su internet (non voglio mica aprire un supermercato!) voglio solo ampliare il mio bacino d' utenza, VOGLIO FARE BUSINESS!! Mi sembra essere tornato indietro di 1000 anni dopo aver scoperto che in Italia esisteno ancora queste cose, nel 2011 un era di globalizzazione io produttore di vino non mi posso mettere a disposizione del cliente privato!!
Per inciso questa è solo 1 delle tante cazzate all' italiana, ma tanto il nostro è un bel paese, noi abbiamo il MADE IN ITALY, che non posso sfruttare su un mercato on-line (personalmente).

mercoledì 9 febbraio 2011

LAVORI IN VIGNA

In questo periodo, i lavori da fare in vigna sono parecchi (non ci si annoia mai) cominciando dalla potatura, che dev'essere fatta con sapienza (se vengono tagliati i tralci sbagliati la vite non produrrà uva) a seconda del metodo di allevamento (guyot, silvò cordone speronato, archetto, doppio capovolto) si sceglie se il tralcio (il nuovo capo a frutto) va legato sul filo di corda o sul filo più basso, formando un archetto per l' appunto.
Contemporaneamente a questi lavori manuali (per quanto riguarda la mia azienda) ci sono tutti i lavori di trinciature dei sarmenti (tutti i resti della potatura) e di un' avventuale lavorazione del terreno con erpicatura e ripuntatura (per favorire lo scolo delle acque e lo sfaldamento delle zolle di terra).
Questo è anche il periodo in cui noi ci stiamo addoperando per una reimpianto di barbatelle, in questo momento siamo alla fase si livellamento del terreno.

martedì 8 febbraio 2011

IL VITICOLTORE

Oggi stavo lavorando in azienda, dovevo aggiustare un attrezzo.... lo faccio ogni volta che un trattore o un macchinario si rompe.
Ora ripensandoci a tutto questo mi viene in mente quanto sia bello e intrigante fare il vino! Non è una cosa facile, ma nel mondo del vignaiolo non ci si annoia mai, ogni giorno le mansioni sono diversa, devi essere autosufficiente, un giorno devi fare l' idraulico il giorno dopo il trattoriste.
Pensandoci bene questo è uno dei lavori più completi e vari che ci siano, devi essere: meccanico, elettricista, idraulico, ingegnre, saldatore, tecnico, muratore, ruspista, trattorista, cantiniere, pompista. Alla fine devi saper fare Tutto anche ciò che non è direttamente legato al vino, otre che a saper fare l' uva mantenere una vite e fare il vino, degustarlo e proporto.
Il fatto di fare/produrre vino è una passione che ti permette di veder crescere il frutto del tuo lavoro, creando un legame, tra te e il vino.

lunedì 7 febbraio 2011

nuove tecnologie (pirodiserbo)

Parliamo un pò di questo nuovo metodo per liberarsi dalle piante infestanti, il principio si basa sull' utilizzo di una fonte di calore (una fimma) per cuocere e bruciare l' erba che cresce solitamente negli spazzi interfilari, o dove non dovrebbe. Esistono in commercio macchine professionali a propano che sono portate sul terzo punto del trattore, e tramite 8 ugelli bruciano le infestanti, senza danneggiare le piante (viti o frutteti).

Personalmente sono venuto a conoscenza di questo sistema (a propano) 1 anno fa, dove alla fiera di Bologna per caso ho visto questa strana macchina, che bruciava proprio l' erba sotto le file, parlando col tecnico ci siamo scambiati un paio di idee, l'unica mia perplessità riguarda il consumo di gas, lo stimano 40-50 litri per ettaro, moltiplicato per 3 volte annue, consigliano un trattamento ogni 30-45 gg, i consumi salgono a 130-150 litri di gas per ettaro annui, ovviamente questi sono calcoli approssimati e senza una base pratica.

Quest' anno ho provato a costruire un rudimentale sistema di pirodiserbo, con una fiaccola da muratore, il sistema funziona, io l' ho provato nel giardino, l' effetto è immediato e duraturo (se non piove) unici difetti dell' attrezzo casalingo sono: la portabilità è limitata dal peso della bombola, la fiamma non resta accesa se c'è troppa erba o c'è vento, non ho predisposto una ventola soffoca fiamme e mi ha preso fuoco dell' erba.

Altro progetto, sempre di questo genere è un bruciatore a gasolio, che invece di bruciare il gas brucia diesel, fa una fiamma più potente, ha l' accensione elettrica, è possibile flangiarlo al trattore, però brucia gasolio emettendo fumo nero che va in contraddizione col concetto del pirodiserbo in se, lotta contro le malerbe, col' inquinamento minore.

Spezzo una lancia a favore del diserbo, ormai esistono molte barre diserbanti con sistemi anti deriva e sensori ottici e tastatori che "spruzzano" il diserbo solo se individuano l' erba, su questo ci saranno approffondimenti.

Ho preso in considerazione il pirodiserbo solo in campo di difesa contro le erbacce in vigneto e frutteto, solo come attrezzo interfilare, ma lo stesso metodo trova maggiore applicazione in serre e campo aperto dove è necessario sterilizzare il terreno prima di piantumarlo, per evitare eventuali attacchi da funghi e parassiti, rivelandosi molto efficace.

sabato 5 febbraio 2011

La cultura nel vino

In questi anni mi sono accorto che la cultura legata al vino nelle persone, in generale è davvero scarsa , ma non credo sia collegato al loro menefreghismo verso il campo enologico, ma piuttosto sia relazionato da una netta difficoltà a capire e comprendere in mondovitivinicolo.
Mi spiego meglio, approcciarsi ad un vino in se è relativamente facile, (siamo tutti capaci di dire questo mi piace questo no) ma il fatto di riconoscerne la provenienza, le caratteristiche e la tipicità stessa del vino come del vitigno richiede una cultura davvero vasta, che non a tutti appartine.
Ma cosa vuol dire avere una cultura di vino? Bhè e facile da spiegare, intanto serve una conoscenza basilare della vinificazione, serve investire denaro nell' acquisto di bottiglie di vino per asaggiarle, ma sopratutto una volta asaggiato e aver valutato tutte le caratteristiche del vino, BISOGNA RICORDARSELE in modo da poter fare dei confronti con altri vini.
In definitiva posso rassicurare le persone che vogliono avvicinarsi a questo mondo, di farlo nel miglior modo possibile, ascoltando consigli e provando a casa, in modo da allenare il proprio gusto personale.

VINO, CULTURA, ENOLOGIA

rudy

venerdì 4 febbraio 2011

tappi alternativi per vino

VINO, TAPPO IN SILICONE, T. CORONA, T. IN VETRO, T. VITE

Oggi volevo analizzare brevemente alcune chiusure alernative per il vino.
Esistono diversi tipi di chiusure alternative, le più conosciute e usate sono il tappo in silicone, il tappo corona, il tappo in vetro e il tappo a vite (screw cup).
T. in silicone, era l' alternativa al sughero più usata 3-4 anni fa, visto che necessitava dello stesso tappatore per il tappo sughero e quindi meno investimenti, è ottimo per vini comercializzati e bevuti entro 6mesi-1 anno dall' imbottigliamento in quanto non permettono un evoluzione del vino.
T. corona, usato per intermedi di produzione (metodo clazzico o champenois) o in alternativa per chiudere delle bottiglie di vino frizzante (o allegro) risultando braticoe e molto facile da aprire, ma anche qui il vino non evolve, quindi viene usato per vini finiti da bere in brevi periodi.
T. in vetro, novità degli ultimi 3 anni, si presnta in maniera molto elegante, permette anche la ri-chiusura della bottiglie, ma necessita di notevoli investimenti per l' acquisto del tappo stesso e del tappatore.
T. a vite, molto richiesto dai mercati esteri, e già usato in molte aziende come chiusura principale (anche di vini di punta), permette una facile apertura e chiusura (per una bevuta e via), il vino nella bottiglia riceve una leggera ossigenazione permettendo un' evoluzione davvero lenta.

VINO, TAPPO IN SILICONE, T. CORONA, T. IN VETRO, T. VITE

rudy

martedì 1 febbraio 2011

la tecnologia del sughero

Il sughero, prodotto naturale usato da moltissimi anni per tappare bottiglie di vino e affini.
Ma cosa c'è dietro ad un tappo? Dobbiamo partire necessariamente dalla materia prima, ovvero il sughero stesso, prodotto dalle piante ( zona del cambio suberofellodermico) come protezione contro parassiti, a noi interessa principalemtne il sughero prodotta dalle quercie, in particolare della specie Quercus Suber.
Prima di raccolgiere il sughero da una pianta giovane, bisogna aspettare almeno 20-25 anni, per il raggiungimento di un diametro ottimale e altri 10 per un miglioramento della qualità del sughero, solo dopo 35 anni si puà raccoglie il primo sughero, questo generalmente viene raccolto in zone cande (marocco, sapagna).
Dopo la scortecciature il sighero viene trattato a caldo per fargli prendere la forma di una plancia (l' albero è cilindrico mentre noi lavoriamo su una superficie piana), sucessivamente le plance vengono traforate per ottenere dei cilindretti che andranno a formare il tappo monopezzo, mentre gli scarti vengono triturati per ottenere la segatura, componente dei tappi aglomerati.
A questo punto si parte col processo di estrazione del (TCA, vedi articolo precedente) e sucessivamente vengono formati i tappi, a seconda della misura richesta dal cliente
prima della vendita finale, i tappi vengono sbiancati, retificati (per corrispondere alle misure di commessa) e vengono stampati col nome del cliente.
Esistono vari tipi di tappi in sughero: tappo monopezzo, tappo aglomerato (segatura di sughero compressa eincollata), birondellato (aglomerato +2 rondelle di tappo normale) e i tappi di ultima generazione formati da 2 rondelle attaccate ad un tronco centrale formato da 2 mezze lune di sughero naturale.

rudy